La storia

L’Associazione è stata costituita il 16.12.1986 grazie alla iniziativa di sette soci che intendevano disporre di questo mezzo per soccorrere donne in condizioni di profondo disagio e fragilità. In quegli anni l’Associazione si dedicò soprattutto a ragazze madri mettendo in atto attività di accompagnamento, iniziative a supporto della loro vita quotidiana ed anche di dialogo con le istituzioni per rendere effettive proposte innovative in termini di varie forme di affido.

Dal 2003, in San Mauro, si è iniziò ad accogliere, in un contesto abitato da tre famiglie ed in due alloggi, donne con bimbi in stato di evidente vulnerabilità.

La ragione di questa formula era non solo di disporre di locali adatti per ospitare queste persone, ma anche quella di avere la vicinanza fisica offrendo loro il calore di un ambiente familiare, accompagnandole in un percorso di autonomia e vicinanza, condividendo momenti di sofferenza, e dando un aiuto concreto nell’affrontare problemi quotidiani.

Così si ospitarono mamme con bambini, per lo più provenienti dai paesi Balcani, presenti a Torino per la cura dei propri figli presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita, grazie ad accordi internazionali che assicuravano loro le cure ed i trasporti da e per il loro paese di origine. Si trattava molto frequentemente di malattie gravi del sangue.

In quegli anni a Torino non esistevano soluzioni dignitose di accoglienza (sorte solo successivamente come Casa UGI e Casa OZ): questa iniziativa della Associazione oltre che ad una valenza di solidarietà umana aveva, quindi, anche caratteristiche di innovazione.

A queste mamme, l’Associazione offriva gratuitamente vitto, alloggio, spese mediche, garantiva il trasporto all’ospedale e cercava di supportarle anche con momenti di svago quali piccole gite, feste in ricorrenza di compleanni. Molto importante è stato il supporto emotivo per queste persone provate da una sofferenza così intensa.

Sono stati significativi, per l’Associazione, i due casi caratterizzati dalla contemporanea presenza di entrambi i genitori e di altri figli (in buone condizioni di salute) per i quali si è provveduto all’inserimento nelle scuole elementari in San Mauro.

Con la nascita di altre strutture di accoglienza in Torino per mamme con bimbi ammalati, l’Associazione si è rivolta alla accoglienza di mamme in forte disagio sociale per le quali era necessario trovare anche casa e lavoro.

Nell’anno 2011 si è accolto una donna ivoriana, fuggita dalla guerra civile del proprio paese, con il suo bimbo di pochi mesi, accompagnata poi nel suo percorso di integrazione, attraverso la ricerca del lavoro, della casa, dell’inserimento del bambino nelle scuole. Ancora oggi volontari della Associazione mantengono una relazione d’aiuto con queste due persone.

Conclusa la fase di ospitalità in San Mauro, all’inizio del 2017, a seguito della permanenza di alcuni volontari nei campi profughi del Libano dove si rifugiano famiglie siriane fuggite per evitare gli orrori della guerra, l’Associazione ha intrapreso l’accoglienza di famiglie proveniente da quei campi, grazie alla istituzione dei corridoi umanitari organizzati dalla Comunità di S.Egidio, Chiesa Valdese ed Evangelica, oltre la collaborazione di Operazione Colomba (giovanni XXIII).

Data l’ampiezza del progetto, che venne denominato “Per chi ama le sfide”, esso è stato strutturato coinvolgendo, nell’ambito della parrocchia di S.Alfonso e della Unità Pastorale 9, circa duecento persone, necessarie sia per finanziare il progetto che per partecipare attivamente alle attività di  coordinamento, supporto scolastico, burocratico e medico, di svago e ricerca lavoro.

Da aprile 17 l’Associazione, così, gestisce l’accoglienza di una famiglia siriana composta da due genitori e nove figli. Non trovando, in tempi rapidi una soluzione abitativa in Torino, la comunità Il Filo d’Erba di Rivalta accettò  di collaborare al progetto mettendo a disposizione sia i propri locali che il supporto relazionale, coinvolgendo, inoltre un buon numero di significativi volontari di Rivalta (assessori, insegnanti delle scuole, supporti per  attività di doposcuola, svaghi, etc.). Dopo circa due anni dall’inizio del progetto la famiglia, in un processo di autonomia anche economica, si trasferiva in un alloggio, sempre nel comune di Rivalta, preso in affitto.
A fine settembre del 19 il progetto si è ampliato con l’arrivo di una seconda famiglia (imparentata con la prima) sempre proveniente dai campi profughi libanesi, composta da mamma e sette figli. A febbraio del 2020, a seguito di una istanza di ricongiungimento avviata dalla Associazione, anche il papà, trattenuto precedentemente dalle autorità libanesi per questioni burocratiche, raggiunse la sua famiglia. In questo caso, l’Associazione ha trovato una soluzione abitativa prendendo in affitto un alloggio in Torino.

Una recente riflessione ha portato l’associazione ad estendere il proprio sguardo anche ad altri temi coerenti con l’attività di accoglienza diretta di profughi: la sensibilizzazione della opinione pubblica sui temi della guerra in Siria e le sue conseguenze e la situazione di profondo disagio dei siriani che attualmente vivono nei campi profughi libanesi e che dovranno permanervi probabilmente per sempre.